“Io vorrei che le mie poche parole che devono presentare l’esposizione dei quadri di Caty Torta, non avessero un serioso carattere critico e tanto meno vorrei assumessero il tono paternalistico che di solito il maestro usa parlando di allievi, anche quando questi allievi volano da tempo liberamente con ali proprie.
Vorrei proprio parlare del colore di Caty Torta, dimenticando la sua bravura nell’equilibrare spazi trasparenti e masse opache, nel distribuire, nel contrapporre abilmente toni caldi e toni freddi, così da ottenere un tessuto pittorico ricco e denso come un antico damasco.
Vorrei proprio trovare parola adatte che squillassero gaie e ridanciane come i suoi rossi di bragia, che fossero burlesche come i suoi verdi, cattive ed ambigue come i suoi gialli, che fossero lamenti, preghiere come i suoi azzurri, che annunciassero catastrofi come i suoi neri di velluto.
Chi ha scritto che i coloristi sono dei poeti epici ed i puri disegnatori sono dei filosofi, degli estrattori di quintessenze?
Proprio così… Caty Torta è una passionale e brucia tutta la sua vita nella e per la pittura: essa non sa raccontare pacatamente, ma ha bisogno di cantare e spesso di gridare… e sembra che la gioia ed il tormento facciano a gara nel guidarle la mano.”.
Felice Casorati