La Stampa:
Marziano Bernardi – 1976

LA STAMPA – Mercoledì 25 febbraio 1976
LE MOSTRE d’ARTE – metafore inquietanti
di Marziano Bernardi

LaStampa_MetaforeInquietantiNello spazio di vent’anni Caty Torta s’è presentata al pubblico con tre sole mostre personali: le prime due patrocinate a Milano e Torino da Felice Casorati che giustamente riponeva nella valentissima allieva la massima fiducia, la terza questa ora aperta nella galleria «Doria» di via A. Doria 21. Una prova non diciamo della discrezione, ma della trepidante serietà della pittrice torinese nel considerare il proprio lavoro ed i tempi della sua evoluzione: dalla rivelazione avuta a Parigi (era allora una ragazzina) d’un nuovo linguaggio pittorico, tramite le incisioni di Jacques Villon, al tirocinio nella città natale col tradizionalista Tullio Alemanni. Infine alla definitiva formazione intellettuale, dal 1952, nella illuminante scuola casoratiana; un seguente soggiorno parigino le giovò poi per nuove aperture di gusto.
Già nel ’56, sul catalogo della mostra milanese, Casorati segnalava in lei una passionalità che, gioia e tormento insieme, «brucia tutta la sua vita nella e per la pittura» ed insisteva – forse memore di una famosa dichiarazione di Van Gogh – sulla funzione animistica affidata dall’allieva ai colori: la gaiezza dei rossi, il brio dei verdi, l’ambiguità dei gialli, l’invocazione degli azzurri, l’angoscia dei neri. Ancora adesso, anzi sempre di più, i colori sono per Caty Torta non materia cromatica, ma pensieri, parole, frasi, tutta una consecutio spirituale e articolazione sintattica che si compenetra con le forme plastiche dell’immagine, a loro volta inventate come metafore figurali slegate dalla realtà o situazioni apparenti, ma intimamente connesse con le sensazioni da esse destate nell’artista: vedere come esempio la bellissima commistione di pittura e collage del «Flamenco», quadro che rinunziando ad ogni descrizione oggettiva tuttavia rappresenta a meraviglia la tensione fisica, lo scatto ritmico della famosa danza spagnola.
Quasi tutti i dipinti di Caty Torta nascono da questa rigorosa dialettica del reale visto e dell’irreale pensato, in un divampare di fiamma coloristica che esalta chi li osserva, e che non è mai casuale perché coerente – come sottolinea Angelo Dragone nella affettuosa presentazione dell’artista – con la «logica formale» delle inventate strutture.
Siamo dunque, con questa mostra, in presenza d’una pittrice che ha maturato le sue forti qualità espressive nell’esatta visione di una propria disciplina stilistica.
mar. ber.

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